In questo articolo ci addentriamo in una problematica di alcune famiglie che hanno necessità di assistenza infermieristica specifica, poiché a casa vivono con un famigliare che ha bisogno dell’aspirazione tracheo-bronchiale.
Molto spesso le famiglie sono lasciate sole, e ancora più spesso non posso permettersi l’assistenza d’un infermiere per la cura dei loro cari.
Gli apporti, infatti, dei servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) sono limitati per motivi economici dell’Azienda Sanitaria Locale
Il 29 Aprile la Conferenza Stato-Regioni ha approvato la proposta promossa da Viva la Vita Onlus (www.wlavita.org), associazione di familiari e malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica, con la quale si estende anche al personale non sanitario – debitamente formato – l’abilitazione ad effettuare a domicilio le aspirazioni endotracheali alle persone in ventilazione meccanica invasiva.
Spesso accade che ad assistere il loro famigliare c’è un badante, o alla meglio un operatore socio sanitario. Queste figure in generale non possono compiere manovre invasive sull’utente, e l’aspirazione tracheo-bronchiale è una di queste pratiche.
Le aspirazioni endotracheali erano consentite sulla carta solo al personale sanitario, ma nei fatti è quasi esclusivamente praticata in Italia da familiari e badanti in condizioni ai limiti della legalità, senza nessuna garanzia di un’adeguata formazione e con l’onere di essere costretti a sobbarcarsi di gravosi carichi di lavoro e di responsabilità per sopperire alle mancanze del Servizio Sanitario Nazionale.
Con tale accordo, invece, è estesa questa pratica anche al personale non sanitario debitamente formato, aprendo la strada, di fatto, all’adozione di nuovi protocolli assistenziali domiciliari per pazienti tracheostomizzati in cui l’apporto sociale sia realmente integrato con quello sanitario.
Il personale sociale potrà essere impiegato nell’assistenza domiciliare attivamente, con appropriatezza ed in sicurezza, senza limitarsi all’aiuto alla persona che, di fatto, obbliga il familiare o il badante ad una compresenza continua.
Un’adeguata formazione di assistenti familiari, operatori socio sanitari ed in generale di personale non sanitario razionalizzerebbe da una parte la spesa assistenziale ai malati ventilati, e dall’altra ottimizzerebbe l’impiego delle risorse professionali infermieristiche, diffondendo il modello integrato più funzionale in cui, a fianco di personale non sanitario specializzato, può finalmente operare un infermiere case manager.
Grazie all’Accordo queste periodiche metodiche sanitarie, che vanno effettuate ‘al bisogno’ e che dunque sono difficilmente programmabili secondo orari stabiliti, potranno essere effettuate anche al proprio domicilio e non solo, come teoricamente doveva essere in passato, da persona medico e infermieristico.
Nella realtà da sempre i familiari, e anche i badanti, di questo tipo di malati – come hanno sempre fatto presente le associazioni che si occupano di SLA – praticano ai propri cari questo intervento senza il quale rischiano di morire per soffocamento, una pratica ai limiti della legalità, poiché l’intervento viene svolto sì da personale non autorizzato ma secondo il principio di urgenza dell’intervento. Un principio però che si regge ad un filo, considerata la prevedibilità del bisogno del malato tracheostomizzato di essere broncoaspirato.
Un operatore socio sanitario, nel rispetto del proprio profilo professionale, non si sarebbe mai sognato di assumersi tali responsabilità prima di questo accordo.
La formazione
Con il nuovo decreto l’aspirazione endotracheale potrà essere effettuata, su prescrizione medica, anche da personale non sanitario, purché adeguatamente formato, su quei pazienti domiciliati che necessitano di assistenza continuativa.
La formazione all’abilitazione dovrà essere conseguita presso la struttura che ha in carico il paziente, prevedendo insegnamenti sia teorici che pratici: elementi di anatomia e fisiologia; nozioni sulle principali patologie dell’apparato respiratorio; tecniche di assistenza respiratoria; l’aspirazione endotracheale; le cure quotidiane legate alla tracheotomia; i segnali d’allerta; la manutenzione del materiale, lavaggio e sterilizzazione.
Durante la formazione pratica occorrerà eseguire, alla presenza dell’infermiere, almeno tre aspirazioni endotracheali presso uno o più malati tracheostomizzati, comprendente la preparazione del gesto così come la manutenzione del materiale e le cure quotidiane.
Quindi se un famigliare vuole insegnarvi aspirazione tracheo-bronchiale è una cosa non legale.
Le mansioni attribuibili all’oss non formato in relazione ad un paziente tracheostomizzato
- controllare che sia pulita ed in ordine la zona della stomia
- segnalare ogni condizione che ponga il malato a rischio di soffocamento
- invitare il paziente ad eliminare le secrezioni con la tosse quando è possibile
- mobilizzazione del paziente
- assistere il paziente nell’alimentazione
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