Fare l’Oss non è un mestiere per tutti
Essere un operatore socio sanitario, non è un mestiere che può fare chiunque, non è un mestiere che si fa solo per soldi, e non è un mestiere da fare se ti interessa fare molti soldi.
E’ un mestiere non è una vocazione.
Sei sei un oss sei un professionista del assistenza primaria alla persona, il che significa che ti devi dedicare in modo professionale al paziente. Quindi non serve una vocazione per fare l’oss. Ti dirò di più: se vivi questo mestiere come una vocazione, cioè ti prendi tutto il carico emotivo del paziente, rischi di bruciarti (il cosiddetto burnout : in parole spicciole rischi un esaurimento nervoso).
Adesso che abbiamo sfatato il mito della vocazione dell’oss, ti racconto che fare l’oss non è un mestiere semplice, è stancante sia dal punto di vista mentale, emotivo e fisico.
Un caratteristica importante per un oss è l’empatia, ma mantenendo il giusto distacco emotivo dal paziente.
Non ti devi fare coinvolgere dai problemi del paziente, ma ti devi dimostrare allo stesso tempo compressivo e amorevole.
Infatti con il termine empatia si intende: in psicologia, la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona, con nessuna o scarsa partecipazione emotiva.
L’empatia è una caratteristica fondamentale per un operatore socio sanitario.
Essere operatore socio sanitario non è una missione
Non siamo in missione, facciamo solo un servizio per le persone che lo richiedono. Al giorno d’oggi la popolazione e sempre più anziana, e di conseguenza stanno crescendo i casi di demenza e di malattie degenerative. Per questo la figura dell’operatore socio sanitario è molto richiesta. Ma è un’esigenza del mercato, non una missione dell’oss.
E’ vero che l’oss aiuta il paziente, e anche colui che lo vede morire. Non è una missione, non deve essere una missione, sei un appoggio per i familiari e per i pazienti, sei di aiuto, ma questo non deve diventare la tua ragione di vita. Fare l’oss è il tuo lavoro. La cosa fondamentale è riuscire a tenere separata la vita privata dal tuo lavoro.
Molte persone quando sei oss ti diranno “io non riuscirei a fare il tuo lavoro”
Semplice: essere un oss non è un lavoro per tutti.
Non è da tutti riuscire a sopportare il carico emotivo delle persone che stanno male o in fin di vita, non tutti riescono ad assistere persone incapaci di usare gli arti o che non si posso spostare dal letto, non tutti sopportano l’odore di vomito, l’odore di feci e il sangue farebbe impressione. Basta pensare a quelle persone che svengono alla sola vista del sangue.
Perché quando indossi quella divisa sai che devi dare il meglio, e nonostante le sofferenze devi essere forte e di conforto per chi fa affidamento su di te, ed è proprio in questi momenti che ricevi l’affetto dai pazienti.
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