Dopo tanto parlare, il personale sanitario che non si è vaccinato per il covid è tornato a lavoro. Questo è un dato di fatto. Ma dove finisce la tutela del paziente? Perché non si osservano le evidenze scientifiche?
Il rientro del personale sanitario no vax ha creato una serie di polemiche, riferite anche alla salute dei cittadini perché non si sentono protetti da questa scelta.
Un po’ si sente parlare del fatto che questo personale sanitario è stato integrato per sopperire alla carenza del personale sanitario. Una carenza di 70000 unità di sanitari, ma il personale no vax è di soli 2500 circa. Con questi numeri si capisce che non si risolve il problema.
Rientro del personale sanitario no vax: ecco gli studi con le evidenze scientifiche a sfavore del rientro
Esistono molto evidenze scientifiche contro il rientro del personale sanitario no vax anche che statistiche assurde direbbero che il personale sanitario vaccinato contagerebbe quanto il personale non vaccinato .
Ma non è cosi perché lo studio pubblicato su Lancet, dal titolo Trasmissione comunitaria e cinetica della carica virale della variante delta del Sars-CoV-2 in individui vaccinati e non vaccinati nel Regno Unito. Nell’articolo si scopre che «gli individui vaccinati che sviluppano la malattia hanno una carica virale al picco simile agli individui non vaccinati», il che significa che un vaccinato malato di covid può contagiare chi vive con lui quasi quanto un non vaccinato, ha una carica virale simile, ma solo quando è al massimo, cioè nei primi giorni della malattia.
Inoltre dice che «La vaccinazione riduce il rischio di infezione da variante Delta e accelera l’eliminazione del virus», ovvero i vaccinati hanno una minore probabilità di essere infettati dalla variante, ma nel caso vengano contagiati riescono ad eliminare il virus più in fretta e perciò hanno minore probabilità di contagiare altre persone. Restano quindi infetti per un tempo più breve rispetto a un non vaccinato.
Quindi è questione di picco di carica virale, il che fa una bella differenza.
Poi altri studi fatti da scienziati inglesi del gruppo di Modellistica ambientale e del Gruppo Scientifico di Ricerca sulla Pandemia, del ministero della Salute inglese, hanno pubblicato un vasto studio in cui dimostrano che la vaccinazione diminuisce la trasmissione domestica della variante delta.
Altri ricercatori del ministero della Salute hanno studiato l’intero database dei contagi avvenuti nel Regno Unito e hanno pubblicato sul New England Journal of Medicine un articolo dal titolo Effetto della vaccinazione sulla trasmissione domestica del Sars-Cov-2 in Inghilterra, in cui dimostrano che, se infettato dal coronavirus, un vaccinato ha una probabilità di infettare altri del 50 per cento inferiore a quella di un non vaccinato.
E ancora: gli scienziati dell’università di Harvard, in uno studio dal titolo Dinamica virale delle varianti del SARS-CoV-2 in individui vaccinati e non vaccinati hanno verificato che «i vaccinati mostrano un tempo di eliminazione del virus più rapido dei non vaccinati», e quindi possono contagiare gli altri per un tempo inferiore.
Un’altra ricerca, condotta da degli scienziati di Singapore, si intitola Cinetica virologica e sierologica della variante Delta del Sars-CoV-2 nei vaccinati”. Questa dimostra che un vaccinato al primo giorno d’infezione ha una carica virale uguale e una stessa probabilità di infettare gli altri di un non vaccinato. Quel vaccinato, però, ha un sistema immunitario che da subito inizia a combattere e uccidere il virus, perché addestrato dal vaccino, e così, dopo soli 3-5 giorni la sua carica virale e la sua probabilità di infettare altri è cento volte inferiore a quella di un non vaccinato, e dopo 28 giorni addirittura 400 volte inferiore.
Perché nonostante tutto stiamo assistendo al rientro del personale sanitario no vax?
Quindi si capisce bene che non esiste logica per il rientro del personale sanitario no vax a lavoro.
Ma allora perché è stata fatta questa scelta?
Il Governo allenta le misure Covid-19: stop a sospensioni per i sanitari no vax.
Lo dichiara Orazio Schillaci : “opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti, ispirati a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti
“
Ragione per cui, scrive il Ministero in una nota, “anche in base alle indicazioni prevalenti in ambito medico e scientifico, si procederà alla sospensione della pubblicazione giornaliera del bollettino dei dati relativi alla diffusione dell’epidemia, ai ricoveri e ai decessi, che sarà ora reso noto con cadenza settimanale, fatta salva la possibilità per le autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie al controllo della situazione e all’adozione dei provvedimenti del caso
“
Si nota un grande cambio di rotta da quando è entrato in carica il governo Meloni, che differentemente rispetto alle precedenti politiche dell’ex Ministro Roberto Speranza (che nel settembre 2021, in rapporto al vaccino anti Covid per gli operatori sanitari aveva parlato, mediante una circolare del Ministero della Salute, di requisito “imprescindibile per svolgere l’attività professionale
“, e che “la vaccinazione è necessaria per le nuove iscrizioni all’albo, e deve permanere nel tempo, in ogni fase
“).
Invece con le direttive del nuovo governo si assiste al rientro del personale sanitario no vax, con tutte le conseguenze del caso.
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