3 Maggio 2024
L’ictus si manifesta raramente in persone di età inferiore ai quarant’anni ed in questo caso è sempre dovuta a problemi di natura trombotica. Nelle forme più gravi, l’ictus si presenta improvvisamente ed in modo cruento. La persona colpita cade a terra inerte, il respiro si fa corpo, il polso lento e metà del corpo si paralizza. Inoltre, può avere attacchi di nausea, vomito, convulsioni fino ad arrivare al coma. Le forme meno gravi possono essere superate senza che permangano danni cerebrali, alcune volte persistono deficit della mobilità o della parola.

L’ictus cerebrale, Ischemia, Aneurisma e Trombectomia.

L’ischemia cerebrale è una delle maggiori cause di ictus cerebrale ed è determinata da un mancato apporto di sangue al cervello (ischemia). 
La circolazione sanguigna viene interrotta a causa di un’ostruzione di un’arteria, che ha il compito di nutrire il tessuto cerebrale. 
L’ischemia cerebrale è da sempre una sfida complessa per la riabilitazione.

L’ictus è un danno cerebrale che si verifica quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un’arteria.

Nel primo caso si parla di infarto cerebrale o “ictus ischemico” che è la forma di più frequente osservazione. Nel secondo caso, invece, si parla di un’emorragia cerebrale o “ictus emorragico”; è la forma più grave, poiché può condurre alla morte in oltre il 50% dei casi. La chiusura o l’ostruzione delle arterie che portano il sangue al cervello si verifica spesso in seguito alla formazione di depositi di grasso a carico delle arterie.

L'ictus cerebrale, Ischemia, Aneurisma e Trombectomia - Universoss
L’ictus cerebrale

Questo processo, che interessa prevalentemente le arterie del collo, denominate carotidi, è favorito dall’azione prolungata dell’ipertensione arteriosa non curata sulle pareti dei vasi. A carico di questi depositi, facilmente individuabili con un ecodoppler, si formano depositi di sangue che possono staccarsi, andare in circolazione e ostruire le arterie. Il risultato finale è una sofferenza delle cellule nervose che non ricevono più i nutrimenti e l’ossigeno necessari per la loro sopravvivenza.

Allo stesso risultato conduce anche la rottura di un’arteria cerebrale. Il travaso di sangue che ne consegue isola le cellule nervose che, non potendo più ricevere ossigeno, vanno incontro a sofferenza per asfissia. Il meccanismo che conduce alla rottura di un’arteria è da far risalire all’indurimento delle pareti dei vasi causato dall’azione persistente nel tempo di elevati valori di pressione sanguigna.

Le arterie cerebrali perdono di elasticità, in alcuni punti si assottigliano, diventano meno resistenti e si rompono facilmente in seguito a sbalzi di pressione anche minimi.

L'ischemia cerebrale è una delle maggiori cause di ictus - Universoss cerebrale ed è determinata da un mancato apporto di sangue al cervello (ischemia). La circolazione sanguigna viene interrotta a causa di un’ostruzione di una arteria, che ha il compito di nutrire il tessuto cerebrale. L'ischemia cerebrale è da sempre una sfida complessa per la riabilitazione. L’ictus è un danno cerebrale che si verifica quando l’afflusso di sangue diretto al cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un’arteria.

Le differenze tra Ictus celebrale, Ischemia ed Aneurisma

L’ictus, l’ischemia e l’aneurisma rappresentano una serie di complicazioni patologiche caratterizzate, rispettivamente, da alterazione del tessuto nervoso celebrale dovuto a lesioni dei vasi arteriosi, da insufficiente apporto di sangue in un distretto dell’organismo e da una dilatazione della parete arteriosa, venosa o del cuore.

L’ictus cerebrale, Ischemia, Aneurisma e Trombectomia

L’ictus celebrale

Con questo termine si individua un episodio acuto di origine vascolare cerebrale, determinato da emorragia o infarto.

Si manifesta, nella maggior parte dei casi, con una improvvisa perdita di coscienza, confusione mentale, mal di testa, vertigini, sonnolenza e con emiplegia ovvero perdita della mobilità volontaria che coinvolge una metà laterale del corpo, causata da una lesione, di solito vascolare a livello dell’area motoria del cervello o del tronco dell’encefalo. Le cause principali di questa patologia sarebbero l’arteriosclerosi e l’ipertensione arteriosa, tuttavia anche la trombosi, l’embolia e l’emorragia ne sono responsabili.

L’ictus celebrale si manifesta raramente in persone di età inferiore ai quarant’anni ed in questo caso è sempre dovuta a problemi di natura trombotica. Nelle forme più gravi, l’ictus celebrale si presenta improvvisamente ed in modo cruento.

La persona colpita cade a terra inerte, il respiro si fa corpo, il polso lento e metà del corpo si paralizza. Inoltre, può avere attacchi di nausea, vomito, convulsioni fino ad arrivare al coma. Le forme meno gravi possono essere superate senza che permangano danni cerebrali, alcune volte persistono deficit della mobilità o della parola. Nell’ictus cerebrale, un pronto intervento medico specializzato non solo può salvare la vita della persona colpita ma anche migliorare il suo recupero. Prima dell’arrivo dell’ambulanza, sarà fondamentale che il soccorritore posizioni l’ammalato in modo tale di garantirgli l’ossigenazione del cervello mantenendogli libere le vie respiratorie, dovrà sistemarlo in una posizione semireclinata, applicargli compresse fredde sulla fronte e, in presenza di vomito girargli il viso lateralmente per evitare l’aspirazione.

L’ictus cerebrale, Ischemia, Aneurisma e Trombectomia

Ischemia

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Con questo vocabolo si intente una diminuzione o una cessazione completa della quantità di sangue in un specificato distretto vasale, disfunzione che provoca un successivo stato di sofferenza nello stesso distretto che può comportare gravi complicazioni a tutti gli organi interessati.

ischemia- universoss
ischemia

La causa principale è da attribuire ad un restringimento della cavità interna delle vene o lume determinato dalla contrazione della parete muscolare, da una compressione esterna quali cicatrici, tumori, eccetera, dall’ispessimento della parete stessa legato ad arteriosclerosi, a processi sia infiammatori che degenerativi , da trombi, da emboli e da molto altro.

Si parla di ischemia transitoria quando la patologia si verifica senza originare modificazione a livello del lume dei vasi colpiti, questo in seguito ad una improvvisa richiesta di un’elevata quantità di sangue in un altro vaso sanguigno sia vicino che lontano.

I danni causati da un’ischemia dipendono dalla sua entità, dalla sua durata, dal fatto che colpisca un vaso terminale o meno, dalla sua durata, dalle esigenze del tessuto colpito e al suo stato di conservazione prima dell’attacco ischemico. Infatti, devi tenere presente che il miocardio ed il tessuto nervoso sono in grado di sopportare un’ischemia di brevissima durata.

L’ischemia temporanea si manifesta con un formicolio agli arti se tenuti in posizioni coatte, con zoppicamento intermittente e con una vasocostrizione. Al contrario, i vari tipi di infarto rientrano tra le ischemie permanenti.

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Aneurisma

Con questa definizione si indica una dilatazione di una parete dell’arteria, di una vena o del cuore.

L’aneurisma arterioso si presenta come una vera e propria dilatazione del vaso e, soprattutto, si localizza prevalentemente a carico dell’aorta. Sono diverse le cause che lo origina e tutte legate alla posizione che viene colpita. La prima e più frequente causa è , senza ombra di dubbio ed detta dei più rinomati medici del settore, l’arteriosclerosi seguita da traumi a carico dell’istmo aortico ossia il punto di passaggio esistente tra l’aorta discendente e l’arco aortico.

L’aneurisma che colpisce la zona aortica si manifesta in alti modi vale a dire con tosse, raucedine, difficoltà a respirare ed a deglutire, dolore localizzato alla schiena, al torace o in quella retrosternale. Mediante esami radiologici quali la tac, l’ecografia e le radiografie con senza mezzo di contrasto, ti permetteranno di individuare la presenza di un’aneurisma. Solitamente l’unico rimedio ad una aneurisma, che si verifica quasi esclusivamente in condizioni di emergenza, rimane l’intervento chirurgico. Si parla di aneurisma ventricolare quando si verifica una dilatazione della parete cardiaca, distensione che genera una specie di sacca. Di solito, sotto intende una complicazione a seguito di un infarto al miocardio. Questa patologia arriva a ridurre le contrazioni del cuore e a creare scompenso cardiaco.
Si definiscono aneurismi cerebrali o congeniti quelli che formano una dilatazione di un segmento di arteria, di solito, vicino ai vasi arteriosi del cervello. Questa pericolosa malattia manifesta questa rottura con un’ emorragia anche grave che può condurre al decesso. Anche in questo caso, una volta individuata questa patologia con un’angiografia cerebrale, l’unico rimedio è l’intervento chirurgico che dovrà essere valutato se necessario e, soprattutto, possibile. Inoltre, tiene presente che esiste anche l’aneurisma dissecante o dissezione aortica ovvero una dilatazione dell’aorta causata dal cedimento della parte interna delle pareti delle vene. La causa principale di questa malattie è, secondo studi medici, l’arteriosclerosi. I suoi sintomi sono un dolore straziante, primariamente, al torace, al collo, alla schiena. Il trattamento prevede ricovero ospedaliero ed intervento chirurgico senza il quale la situazione resta grave.

Trombectomia

Intervento chirurgico consistente nell’asportazione di un trombo occludente un vaso arterioso o venoso. Questo tipo di intervento trova indicazione elettiva nelle varie forme di arteriopatie obliteranti dei grossi vasi arteriosi degli arti, che condizionano gravi insufficienze nella circolazione arteriosa degli arti stessi, ma può essere effettuata anche in urgenza per ostruzioni a livello delle arterie coronarie e carotidi, ed in generale in casi selezionati di occlusione arteriosa acuta. La trombo-endoarteriectomia e la tromboembolectomia possono essere effettuate a cielo aperto o semicoperto. Lo strumento endovascolare utilizzato nelle tromboembolectomie è il catetere di Fogarty, mentre per asportare le lesioni trombotiche sovrapposte a fenomeni aterosclerotici si usa uno strumento detto ringstripper di Vollmar. Se il vaso in questione è indebolito dalla presenza di placche aterosclerotiche, dopo la rimozione dell’ostruzione endovascolare sarà necessario effettuare un’angioplastica oppure una riparazione di parete mediante l’innesto di materiale protesico sintetico o autologo.

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