3 Maggio 2024
Tumore al seno: evoluzione delle terapie precauzionali ed effetti sulla donna Il tumore al seno in età giovanile si correla con una prognosi un po’ peggiore: può avere associazioni con sindrome retro familiare (cioè tumore che esordisce precocemente) e può svilupparsi in donne che hanno una predisposizione genetica. Chiaramente l’impatto sulla riproduzione e su tutti gli effetti della donna in periodo fertile sono importanti, non ultimo il fatto che parliamo di una sfera di pazienti che, dopo l’intervento chirurgico, sono potenzialmente guarite per cui tutti gli approcci terapeutici e diagnostici vengono fatti in donne che hanno un’aspettativa di vita molto lunga e di questo si deve tenere conto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tumore al seno (mammella)-Neoplasia come evitarlo? Vediamolo assieme.

Tumore al seno: evoluzione delle terapie precauzionali ed effetti sulla donna

Il tumore al seno in età giovanile si correla con una prognosi un po’ peggiore: può avere associazioni con sindrome retro familiare (cioè tumore che esordisce precocemente) e può svilupparsi in donne che hanno una predisposizione genetica.

Chiaramente l’impatto sulla riproduzione e su tutti gli effetti della donna in periodo fertile sono importanti, non ultimo il fatto che parliamo di una sfera di pazienti che, dopo l’intervento chirurgico, sono potenzialmente guarite per cui tutti gli approcci terapeutici e diagnostici vengono fatti in donne che hanno un’aspettativa di vita molto lunga e di questo si deve tenere conto.

tumore al seno. Universoss
tumore al seno

Il seno è costituito da un insieme di ghiandole e tessuto adiposo ed è posto tra la pelle e la parete del torace.

In realtà non è una ghiandola sola, ma un insieme di strutture ghiandolari, chiamate lobuli, unite tra loro a formare un lobo.  In un seno vi sono da 15 a 20 lobi. Il latte giunge al capezzolo dai lobuli attraverso piccoli tubi chiamati dotti galattofori (o lattiferi).

C’osé il tumore al seno

Il tumore al seno è una malattia potenzialmente grave se non è individuata e curata per tempo. È dovuto alla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in cellule maligne.

Ciò significa che hanno la capacità di staccarsi dal tessuto che le ha generate per invadere i tessuti circostanti e, col tempo, anche gli altri organi del corpo. In teoria si possono formare tumori da tutti i tipi di tessuti del seno, ma i più frequenti nascono dalle cellule ghiandolari (dai lobuli) o da quelle che formano la parete dei dotti.

Fattori di rischio del tumore al seno

Ci possiamo chiedere se I fattori di rischio per la donna giovane sono gli stessi che vediamo per la popolazione in post menopausa. Sostanzialmente l’incidenza nei vari paesi del mondo non cambia molto anche se cambiano molto gli indici di fertilità:
• avere molte gravidanze, soprattutto precocemente, è un fattore protettivo nel tumore al seno.
• Sappiamo anche che nella popolazione nera degli Stati Uniti c’è una maggiore incidenza, per cui potremmo attenderci le stesse modifiche anche in Italia per i fenomeni migratori che la interessano.
• C’è una scarsa correlazione con lo stile di vita occidentale rispetto ad altri standard di vita, mentre c’è una certa correlazione con la sindrome ereditaria ed   è possibile che ci siano delle influenze ambientali precoci in utero come è testimoniato dalla rilevanza del peso alla nascita, dal tasso di crescita infantile, dall’ altezza raggiunta che sono fattori di rischio nella premenopausa; mentre l’obesità, che è un fattore di rischio in post menopausa, sembra meno importante in premenopausa.
• Per quanto riguarda i contraccettivi orali, non c’è una grande rilevanza mentre qualcuno è presente nella gravidanza: si è osservato che anche dopo l’utilizzo dei contraccettivi  dopo la gravidanza provoca un aumento di rischio ma è qualcosa che va a scendere successivamente per cui non è un impatto duraturo.
• Sicuramente nella menopausa precoce lo è l’utilizzo di alcool. Questo andrebbe limitato a non più di una bevanda alcolica al giorno, due per l’uomo. La dieta ha risultati contrastanti in premenopausa.
• Il menarca precoce probabilmente ha una certa importanza; l’età della prima gravidanza a termine potrebbe avere un certo effetto protettivo; il numero delle gravidanze a termine potrebbe avere anche in questo caso un effetto protettivo ma meno importante rispetto a quello che avviene in post menopausa;
•  l’allattamento al seno potrebbe avere un effetto protettivo sempre in post menopausa.
• La fecondazione assistita, sempre in base a dati recenti, non sembra che abbia un impatto importante e anche qui probabilmente vale il discorso simile alla gravidanza: il rischio aumenta precocemente poi dopo si riduce.

tumore mammelle neoplasia

Conoscere il tumore al seno

Le cellule che costituiscono la ghiandola mammaria si riproducono continuamente, sia per generare il ricambio con nuove cellule, sia per riparare quelle danneggiate. Il processo di riproduzione e crescita cellulare è un processo molto sofisticato e regolato da alcuni geni. In condizioni di normalità tale processo avviene secondo un preciso fisiologico programma, in modo ordinato e regolare, secondo un programmato ordine.
Tuttavia l’invecchiamento ed eventuali fattori ambientali possono danneggiare questi geni, determinando una crescita incontrollata delle cellule mammarie ed il conseguente sviluppo di un tumore (cancerogenesi). Il processo di cancerogenesi avviene lentamente nel corso di molti anni. Gli esami strumentali oggi disponibili per una efficace diagnosi precoce consentono di individuare il tumore in una fase del tutto iniziale della sua crescita, quando il tumore non è palpabile e non dà segni di sé o addirittura in una fase che precede lo sviluppo del tumore infiltrante (lesione preneoplastica)

I tipi più frequenti di carcinoma mammario sono rappresentati da:

– carcinoma duttale;
– carcinoma lobulare.

La distinzione più importante è quella fra carcinoma invasivo (capace cioè di infiltrare i tessuti circostanti e di poter eventualmente diffondersi a distanza dando luogo a metastasi) e carcinoma in situ (che non è in grado di sviluppare metastasi).

– carcinoma “in situ”: le cellule neoplastiche sono confinate all’interno dei dotti mammari e dei lobuli e non invadono il tessuto circostante. Il carcinoma duttale in situ costituisce il precursore diretto del carcinoma e nella nuova classificazione istopatologica viene attualmente definito “neoplasia intraepiteliale dei dotti” (din) proprio per differenziarlo dal carcinoma. Per tale motivo le neoplasie “in situ” non danno metastasi e non necessitano, nella massima parte dei casi, di trattamenti farmacologici adiuvanti. Va pertanto considerata una diagnosi precoce soprattutto dal punto di vista prognostico;
–  carcinoma infiltrante: le cellule tumorali hanno oltrepassato la parete dei dotti e dei lobuli e penetrando nei vasi linfatici e sanguigni presenti nel tessuto connettivo di sostegno, possono diffondersi ai linfonodi o in altri organi e/o apparati.

Diagnosi

Il cancro del seno viene diagnosticato con la mammografia e l’ecografia mammaria: la scelta di quale dei due esami utilizzare dipende dall’età, anche se nella maggior parte dei casi si utilizzano entrambi. In alcuni casi specifici (per esempio di fronte a mammelle molto dense o a lesioni difficili da classificare) è possibile ricorrere anche alla risonanza magnetica.

L’eventuale identificazione di noduli o formazioni sospette porta in genere il medico a consigliare una biopsia, che può essere eseguita direttamente in sala operatoria o in ambulatorio con un prelievo mediante un ago inserito nel nodulo che consente un esame citologico o microistologico. Nel primo caso (esame citologico) si esaminano le cellule, nel secondo (microistologico) il tessuto: questi esami consentono sia di stabilire la natura della malattia, sia, con la microistologia, di valutarne le caratteristiche biologiche.

Una particolare forma di biopsia è la cosiddetta biopsia liquida o lavaggio dei dotti. Consiste nell’introduzione di liquido nei dotti galattofori attraverso i forellini presenti sul capezzolo. Il liquido raccolto dopo questo “lavaggio” contiene alcune cellule della parete dei dotti stessi che possono essere studiate al microscopio alla ricerca di eventuali atipie. In questo modo è possibile valutare la presenza di cellule atipiche in un’area della mammella più ampia di quella che si riesce a coprire con la biopsia classica.

I 5 step dell’autopalpazione del seno

Una donna su dieci è colpita da tumore al seno, dato allarmante che introduce la necessità della diagnosi precoce per ridurre la percentuale di mortalità nei soggetti colpiti. Gli strumenti che la scienza ha messo a disposizione della medicina diagnostica sono fondamentali per la prevenzione ma l’autopalpazione rimane il metodo più immediato per rendersi conto da sole della salute del proprio seno. Doctissimo ti spiega come farla in cinque semplici mosse.

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  • L’importanza dell’autoesame
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