È noto fin dall’antichità che le variazioni climatiche possono influenzare l’andamento dei disturbi mentali.
Un disturbo non sempre riconosciuto è la depressione stagionale.
Tuttavia, è solo con la descrizione di Rosenthal del Disturbo Affettivo Stagionale (Seasonal Affective Disorder, SAD) che, nella metà degli anni Ottanta, viene identificato un disturbo psichiatrico specificamente correlato alle variazioni ambientali.
Il SAD è un disturbo che si manifesta con sintomi affettivi e comportamentali, le cui variazioni di intensità
presentano una periodicità tipicamente circannuale.
Nella forma classica del disturbo (Winter-SAD) le manifestazioni cliniche esordiscono o si aggravano all’inizio della stagione autunnale, raggiungono la massima espressione nella stagione invernale e si risolvono o migliorano
nel corso della stagione estiva.
Nella forma meno diffusa del disturbo (Summer-SAD), che riguarda circa il 3% dei pazienti, la sintomatologia esordisce all’inizio della stagione primaverile, peggiora nel corso della stagione estiva e si risolve o migliora nel corso dei mesi invernali.
Clinicamente il SAD si configura come un disturbo dell’umore caratterizzato da sintomi depressivi “atipici”.
L’umore dei pazienti affetti dal disturbo, infatti, è deflesso, ma comunque reattivo.
Il tono affettivo, inoltre, tende a peggiorare nelle ore serali (a differenza delle sindromi depressive tipiche, in cui l’umore è più deflesso al mattino).
Il quadro depressivo “atipico” è arricchito anche da altri sintomi di natura più propriamente comportamentale, che comprendono: ipersonnia, aumento ponderale e assunzione compulsiva di cibi ricchi di carboidrati.
Per quello che concerne l’eziologia, il SAD sembrerebbe un disturbo caratterizzato da una forte connotazione organica: secondo la “Ipotesi del Fotoperiodo” di Rosenthal, infatti, la patologia sarebbe determinata da
un aumento della suscettibilità individuale all’accorciamento del fotoperiodo (il fotoperiodo si riduce naturalmente nella stagione invernale) .Alla base di tale ipotesi eziopatogenetica vi è l’osservazione di una netta variabilità di presentazione del
SAD nelle diverse aree geografiche: il dato di prevalenza, infatti, è massimo nei Paesi a elevata latitudine
(fotoperiodo molto ridotto nei mesi invernali) e minimo nei Paesi a bassa latitudine.
La Depressione Stagionale o Sindrome Affettiva Stagionale (SAD), secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali 5 edizione) dell’Associazione Americana di Psichiatria, è un sottotipo della Depressione Maggiore Ricorrente.
Essa si manifesta soprattutto in autunno o inverno, dura per almeno due mesi e guarisce spontaneamente con l’inizio della primavera.
Quali sono i sintomi del disturbo affettivo stagionale (SAD) o Depressione stagionale?
Il disturbo affettivo stagionale (SAD) è un tipo di depressione. Secondo l’American Psychiatric Association, il SAD è ufficialmente classificato come disturbo depressivo maggiore con modelli stagionali.
Quindi, se hai un disturbo affettivo stagionale, hai cambiamenti di umore e sintomi di depressione, tra cui:
- Tristezza, sentirsi depressi per la maggior parte della giornata, quasi tutti i giorni.
- Ansia.
- Voglie di carboidrati e aumento di peso.
- Stanchezza estrema e mancanza di energia.
- Sentimenti di disperazione o inutilità.
- Problemi di concentrazione.
- Sentendosi irritato o agitato.
- Arti (braccia e gambe) che si sentono pesanti.
- Perdita di interesse per attività solitamente piacevoli, incluso il ritiro dalle attività sociali.
- Problemi di sonno (di solito dormire troppo).
- Pensieri di morte o suicidio .
Le persone che hanno il SAD estivo possono sperimentare:
- Agitazione e irrequietezza.
- Ansia.
- Diminuzione dell’appetito e perdita di peso.
- Episodi di comportamento violento.
- Disturbi del sonno (insonnia).
Quali sono le cause del disturbo affettivo stagionale (SAD)?
I ricercatori non sanno esattamente cosa causa la depressione stagionale. La mancanza di luce solare può innescare la condizione se sei incline a ottenerla. Le teorie suggeriscono:
- Cambiamento dell’orologio biologico: quando c’è meno luce solare, il tuo orologio biologico cambia. Questo orologio interno regola l’umore, il sonno e gli ormoni. Quando cambia, non sei al passo con il programma giornaliero a cui sei stato abituato e non puoi adattarti ai cambiamenti della durata della luce diurna.
- Squilibrio chimico del cervello: le sostanze chimiche del cervello chiamate neurotrasmettitori inviano comunicazioni tra i nervi. Queste sostanze chimiche includono la serotonina, che contribuisce a sentimenti di felicità. Se sei a rischio di SAD, potresti già avere una minore attività della serotonina. Poiché la luce solare aiuta a regolare la serotonina, la mancanza di luce solare in inverno può peggiorare la situazione. I livelli di serotonina possono diminuire ulteriormente, portando alla depressione.
- Carenza di vitamina D: anche il tuo livello di serotonina riceve un aumento dalla vitamina D. Poiché la luce solare aiuta a produrre vitamina D, meno sole in inverno può portare a una carenza di vitamina D. Questo cambiamento può influenzare il tuo livello di serotonina e il tuo umore.
- Aumento della melatonina: la melatonina è una sostanza chimica che influenza i tuoi schemi di sonno e l’umore. La mancanza di luce solare può stimolare una sovrapproduzione di melatonina in alcune persone. Potresti sentirti pigro e assonnato durante l’inverno.
- Pensieri negativi: le persone con SAD hanno spesso stress, ansia e pensieri negativi sull’inverno. I ricercatori non sono sicuri se questi pensieri negativi siano una causa o un effetto della depressione stagionale.
Rimedi per star meglio
- Fototerapia. Si utilizza la luce chiara artificiale per mimetizzare quella solare, come primo trattamento per la depressione autunnale; esistono dispositivi in grado di emettere uno spettro di luce sovrapponibile a quello solare. I sintomi del SAD possono essere alleviati sedendo di fronte all’emissione di luce al mattino, di solito dagli inizi di autunno fino alla primavera. La fototerapia comincia ad agire dopo qualche giorno o qualche settimana causando minori effetti collaterali rispetto ai farmaci, ma questo non significa che debba essere autogestita; la terapia deve sempre essere monitorata da uno specialista e non dovrebbe essere utilizzata assieme a farmaci che aumentano la sensibilità alla luce come il litio, la melatonina, gli antipsicotici e alcuni antibiotici.
- Antidepressivi. Gli antidepressivi serotoninergici (SSRI) sono i farmaci di prima scelta, soprattutto quando i sintomi sono severi. È utile assumere il farmaco prima che i sintomi compaiano ogni anno e continuare anche dopo la loro scomparsa. È importante riferire al medico se si stanno assumendo rimedi fitoterapici (come l’iperico) o altre terapie alternative poiché queste possono interagire anche pericolosamente con le molecole farmacologiche.
- Vitamina D. Assumere la vitamina prima dei mesi invernali può aiutare a prevenire i sintomi depressivi.
- Psicoterapia. Aiuta a identificare e trasformare i pensieri e i comportamenti negativi; apprendere delle modalità salutari per gestire i sintomi ed evitare l’isolamento sociale.
Donna che si sottopone ad una seduta di fototerapia e alla Gestione dello stress, per esempio attraverso
tecniche di rilassamento e meditazione, arte e musicoterapia. - Aumento dell’esercizio fisico e dell’attività all’aperto, anche nei giorni nuvolosi, soprattutto nelle prime ore del mattino (camminate, pranzo al parco, sedersi sulle panchine al sole, …);
- Accorgimenti alimentari (limitare gli amidi e in particolare gli zuccheri).
Rendere il proprio ambiente più luminoso e soleggiato, sedersi vicino alle finestre.
Programmare, se possibile, dei viaggi invernali o estivi (in base al tipo di SAD).
Per quanto riguarda gli antidepressivi e la fototerapia è importante prestare attenzione alla presenza concomitante di un disturbo bipolare.