9 Maggio 2024

COS’E’ LA TIROIDE

Con il termine tiroide si vuole identificare quella ghiandola, dalla forma riconducibile a quella di una farfalla, situata nella parte anteriore del collo che nasce come estensione del proprio intestino.

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Si tratta di un organo piuttosto importante, da tutelare soprattutto nel caso di donne in fase di gravidanza.

La tiroide è soggetta a innumerevoli patologie che minano il corretto processo di produzione dei relativi ormoni: si passa da condizioni di ipo/ipertiroidismo a casi più gravi che coinvolgono forme tumorali anche di carattere maligno.

Molte persone si chiedono: che differenza c’è tra Ipotiroidismo e ipertiroidismo?

L’IPOTIROIDISMO E L’IPERTIROIDISMO
Entrambe le malattie derivano da anomalie nella produzione di ormoni tiroidei e sebbene siano piuttosto preoccupanti, difficilmente sono diagnosticate in modo tempestivo.

Nel primo caso l’elemento chiave è una mancata produzione degli ormoni o lo spreco degli stessi da parte del proprio organismo; per quanto riguarda invece la condizione d’ipertiroidismo, si tratta di un eccesso dei medesimi ormoni che porta a un’inesorabile e costante perdita di peso e di tono muscolare: la tiroide stessa potrebbe subire un rigonfiamento.

 TIROIDE : SINTOMI DELL’IPO/IPERTIROIDISMO
Sintomi comuni sono intolleranza a caldo e afa, insonnia protratta per diversi periodi di tempo ed un grado di sudorazione eccessivo accompagnato da fenomeni diarroici e, nei casi più accentuati, tachicardia e tremore degli arti.

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LA PREVENZIONE PER LA TIROIDE

QUANDO LA TIROIDE NON FUNZIONA BENE: IPOTIROIDISMO ED IPERTIROIDISMO IPOTIROIDISMO: CONSISTE IN UNA INSUFFICIENTE AZIONE DEGLI ORMONI TIROIDEI A LIVELLO DI TUTTI L’ORGANISMO

Quando si sviluppa nel periodo neonatale (ipotiroidismo congenito, riguarda circa 1 bambino ogni 2500-3000 neonati) determina un importante rallentamento della crescita e dello sviluppo intellettivo; per questo sono di fondamentale importanza i programmi di screening neonatale che verificano a pochi giorni di vita del bambino l’eventuale presenza di questa patologia per poter iniziare in modo precoce una corretta terapia.

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Nell’adulto interessa quasi l’1% della popolazione con una netta preferenza del sesso femminile (per ogni uomo affetto da ipotiroidismo ci sono 6-8 donne con tale patologia).

CAUSE DELLE MALATTIE DELLA TIROIDE:

La causa più comune di ipotiroidismo è costituita dalla tiroidite cronica autoimmune (o tiroidite linfocitaria di Hashimoto): si tratta di una condizione in cui l’organismo produce degli anticorpi (i più comunemente dosati nei laboratori sono gli antitireoglobulina o AbTG e gli antitireoperossidasi o AbTPO) che aggrediscono la tiroide causando un’alterazione della sua struttura e nel tempo una sua ridotta funzione.

Non è raro che a questa condizione si associno altre patologie autoimmuni (es. vitiligine, celiachia, gastrite atrofica, Morbo di Addison)

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ALTRE CAUSE FREQUENTI DI IPOTIROIDISMO SONO

Carenza iodica: l’Italia, specialmente in alcune sue regioni, è ancora in tale condizione; per questo si è parlato molto di “iodoprofilassi” e oggi è possibile nonché raccomandato acquistare il sale “iodurato”, cioè addizionato con lo Iodio

Farmaci: amiodarone, interferon, litio sono alcuni dei farmaci che possono indurre ipotiroidismo

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Altre forme di tiroidite: infiammazioni di origine virale (De Quervain), evoluzione di un precedente Basedow, tiroidite postpartum.

segni e sintomi della tiroideInfine vi sono i casi in cui la tiroide non produce abbastanza ormoni non perché non sia in grado di farlo, ma perché non viene abbastanza stimolata a lavorare dall’ipofisi, che per motivi diversi non produce abbastanza TSH; si parla allora di ipotiroidismo secondario e non rappresenta più del 5% dei casi.

SEGNI E SINTOMI DELIPOTIROIDISMO:

i più comuni sono sonnolenza, stanchezza, sensazione di freddo, tendenza alla depressione, crampi muscolari associati a pelle secca e fredda, edema al volto e alle palpebre, voce rauca, secchezza e fragilità dei capelli, stipsi, bradicardia (rallentamento dei battiti del cuore) e nelle donne irregolarità del ciclo mestruale; inoltre in occasione di esami del sangue di routine si possono riscontrare livelli di colesterolo aumentati e anemizzazione.

A seconda della gravità dell’ipotiroidismo i sintomi possono presentarsi tutti insieme o solo in parte e con intensità variabile; nel cosiddetto ipotiroidismo subclinico (quadro caratterizzato da valori di TSH aumentati con ormoni tiroidei ancora nella norma) può non esserci alcun sintomo, o solo una modesta affaticabilità.

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DIAGNOSI DELL’IPOTIROIDISMO

Il sospetto clinico di ipotiroidismo viene dalla presenza alla visita di alcuni dei sintomi principi attivi tiroxinasopraelencati.

Per effettuare una diagnosi certa bisogna valutare TSH ed FT4 (tramite un normale prelievo del sangue); la presenza di valori di FT4 ridotti rispetto alla norma è diagnostica di ipotiroidismo e si associa a valori di TSH aumentati. Nei casi in cui i valori di FT4 sono ancora nella norma ma il TSH è aumentato si parla di ipotiroidismo subclinico.

Per completare la diagnostica è importante effettuare la palpazione della tiroide (cioè il medico tocca il collo nella zona anteriore centrale per sentire grossolane anomalie della tiroide) ed effettuare una ecografia tiroidea per escludere la presenza di nodi tiroidei anche di piccole dimensioni.

Terapia:

si basa sull’assunzione dell’ormone tiroideo per sostituire la quota mancante e, con l’eccezione dei casi di ipotiroidismo transitorio, va effettuata per tutta la vita.

Il principio attivo dei farmaci è quindi la L-Tiroxina (uguale alla tiroxina prodotta Principio attivo L-Tiroxinanormalmente dalla tiroide) che va assunta al mattino a digiuno almeno mezz’ora prima di colazione; i dosaggi sono individuali e si procede gradualmente iniziando con basse dosi per far abituare l’organismo, con controlli ogni 2-3 mesi sotto la guida dell’endocrinologo. Una volta raggiunto un dosaggio stabile i controlli si riducono, potendo diventare anche solo annuali.

In presenza di ipotiroidismo subclinico la terapia andrà iniziata solo dopo un ricontrollo dei valori che evidenzi un peggioramento o comunque confermi tale condizione con sintomi associati o comunque se i valori di TSH sono superiori a 10.

Un caso particolare è rappresentato dalla gravidanza: in questo caso infatti è fondamentale intervenire precocemente per consentire un corretto sviluppo del feto, per cui si procederà più rapidamente con i dosaggi e i controlli saranno ravvicinati nel tempo, sotto la guida dell’endocrinologo in collaborazione col ginecologo.

Ipertiroidismo: consiste nella presenza in circolo di ormoni tiroidei in quantità superiore a quanto richiesto dall’organismo.

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IL MORBO DI BASEDOW
Morbo di Basedow (o Graves o gozzo tossico diffuso): colpisce ogni anno circa 1 persona ogni 800 abitanti, per cui arriva a interessare il 2-3% della popolazione. E’ causato dalla presenza in circolo di anticorpi (i laboratori dosano gli anticorpi per il recettore del TSH detti TRAB, ma ve ne sono anche altri) che vanno a legarsi alla tiroide stimolandola a produrre più ormoni del dovuto. Non è raro che a questa condizione si associno altre patologie autoimmuni (es. vitiligine, celiachia, gastrite atrofica, Morbo di Addison..)

IL MORBO DI BASEDOW UNIVERSOSS
IL MORBO DI BASEDOW

Gozzo multinodulare tossico (GMNT): nelle popolazioni in cui è diffuso il gozzo (quindi in parte anche in Italia, a causa della carenza di iodio) può essere una causa di ipertiroidismo più diffusa del M. di Basedow. Interessa specialmente la popolazione di mezz’età o di età avanzata e deriva dall’autonomizzazione di una o più aree all’interno del gozzo.

Adenoma tossico (Morbo di Plummer): la produzione di ormoni avviene a opera di un singolo nodulo di natura benigna che presenta una mutazione che fa si che il nodo stesso non risponda più ai segnali inviati dall’organismo che tenderebbero a limitare questa produzione.

ALTRE CAUSE DI IPERTIROIDISMO
Eccesso di Iodio: per la carenza di iodio (ancora piuttosto frequente in Italia) e soprattutto in presenza di gozzo, un’improvvisa somministrazione di iodio (come avviene quando vengono usati alcuni mezzi di contrasto come quelli per la TAC o l’amiodarone) può causare ipertiroidismo (per lo più transitorio).

Fasi di ipertiroidismo in corso di tiroidite: durante infiammazioni di origine virale (De Quervain), o tiroidite linfocitaria di Hashimoto possono esserci fasi di ipertiroidismo.

ipofisiInfine vi sono i casi in cui la tiroide produce più ormoni del dovuto perché troppo stimolata dall’ipofisi, che produce troppo TSH; si parla allora di ipertiroidismo secondario e non rappresenta più del 2-3% dei casi.

IPERTIRODISMO: SEGNI E SINTOMI TIROIDE

Sintomi : perdita di peso senza riduzione dell’apporto alimentare (a volte anche con apporto incrementato), ipersensibilità al caldo, tachicardia, tremori alle mani, nervosismo, irritabilità, insonnia, irrequietezza ed emotività, fatica muscolare e aumento della sudorazione. Inoltre si può vedere un aumento di dimensioni della tiroide (gozzo) e nel M. di Basedow si possono anche sviluppare le cosiddette oftalmopatia basedowiana e mixedema pretibiale.

Stanchezza sonno: ipotirodismo?

occhi sporgenti tiroide

L’oftalmopatia può andare da una live infiammazione dell’occhio, che risulta anche un po’ più sporgente, fino a quadri severi con interessamento oltre che della congiuntiva e della palpebra anche di cornea, nervo ottico e muscolatura.

A seconda della gravità dell’ipertiroidismo i sintomi possono presentarsi tutti insieme o solo in parte e con intensità variabile; tipicamente nel Basedow si può assistere a manifestazioni più intense; al contrario nel cosiddetto ipertiroidismo subclinico (quadro caratterizzato da valori di TSH ridotti con ormoni tiroidei ancora nella norma) può non esserci alcun sintomo. Nella popolazione anziana è possibile il riscontro di tale condizione in occasione degli accertamenti effettuati per la comparsa di alterazioni del ritmo cardiaco (in particolare la fibrillazione atriale) o, specialmente nelle donne, di osteoporosi.

DIAGNOSI IPERTIROIDISMO

Il sospetto clinico di ipertiroidismo viene dalla presenza alla visita di alcuni dei sintomi diagnosi ipertirodismo sopra elencati.

Per effettuare una diagnosi certa bisogna valutare TSH, FT3, FT4 e TRAb (tramite un normale prelievo del sangue); la presenza di valori di FT3 e/o FT4 aumentati rispetto alla norma è diagnostica di ipertiroidismo e si associa a valori di TSH ridotti. Nei casi in cui i valori di FT3 ed FT4 sono ancora nella norma ma il TSH è ridotto si parla di ipertiroidismo subclinico.

Il riscontro di TRAb aumentati è diagnostico per M di Basedow; può essere inoltre utile il dosaggio degli anticorpi antitireoperossidasi ed antitireoglobulina (AbTPO e AbTG)

Per completare la diagnostica è importante effettuare la palpazione della tiroide (cioè il medico tocca il collo nella zona anteriore centrale per sentire grossolane anomalie della tiroide) ed effettuare un’ecografia tiroidea per verificare la presenza di noduli a livello della tiroide.

La scintigrafia tiroidea è un esame fondamentale in particolare quando siano presenti dei nodi per verificare se uno di questi sia il responsabile dell’ipertiroidismo, ma anche in altri casi è l’esame che meglio riconosce la causa dell’ipertiroidismo. Si esegue somministrando al paziente una sostanza lievemente radioattiva simile allo iodio, che si concentra nella tiroide e in particolare nelle aree che lavorano di più; successivamente viene ottenuta un’immagine che mostra dove si è concentrata questa sostanza e quindi se è tutta la tiroide a lavorare troppo o solo un nodo o diverse aree.

Terapia: la terapia dell’ipertiroidismo si basa sull’uso di farmaci che bloccano la produzione degli ormoni tiroidei, sull’uso dello Iodio radioattivo e sulla chirurgia.

Terapia farmacologica: il metimazolo e il propiltiouracile (quest’ultimo non commercializzato in Italia e pertanto reperibile solo dall’estero o preparato appositamente da alcune farmacie) fanno parte della classe della tionamidi, sono molto efficaci ma possono avere effetti collaterali anche importanti: sono abbastanza frequenti reazioni cutanee simili all’orticaria e modeste alterazione di AST e ALT (indice di sofferenza del fegato); più rare ma più gravi possono essere le tossicità epatiche più importanti e quelle ematologiche (riduzione del numero dei globuli bianchi, ma in rari casi anche dei globuli rossi). Nelle fasi di ipertiroidismo più severo si può associare inoltre un beta-bloccante (es. propanololo) per ridurre la frequenza cardiaca.

La terapia medica può essere condotta per un tempo variabile, indicativamente da alcuni mesi a un paio di anni e nel M. di Basedow può essere risolutiva; nel GMNT invece non lo è, pertanto può essere utilizzata per normalizzare la funzione della tiroide in vista dell’intervento chirurgico. Nei pazienti con alto rischio operatorio (es. soggetti anziani con diverse patologie associate tra cui scompenso cardiaco, diabete ecc) e buona risposta a basse dosi di farmaci si piò decidere di proseguire con una terapia medica anche per tempi più lunghi.

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